Il Social Business Manifesto spiegato a mia nonna

Mi sono svegliato stamane in una vera e propria TemTesta, ovvero un uragano di idee scaturite dai due giorni passati al Social Business Forum.

Già conoscevo Emanuele Scotti e di Rosario Sica, ho già bazzicato quello straordinario spazio in cui prendono forma idee e progetti grandiosi che è OpenKnowledge. E già mi aspettavo come ogni anno il massimo livello di qualità negli interventi e nell’organizzazione di un evento che rappresenta una vera e propria fucina di idee, raccoglitore di reali e concrete best practice a cui attingere a piene mani.

Per chi presta attenzione a tutte le esperienze e resoconti presentati, si tratta di un momento in cui staccare dalla propria realtà quotidiana, intraprendere una nuova lettura degli eventi e rileggere le proprie esperienze, i propri clienti, i progetti a cui si lavora con una nuova prospettiva, riassaporando e ravvivando la passione e l’entusiasmo per quello che facciamo tutti i giorni: comunicare!

Quest’anno la sorpresa era proprio il Social Business Manifesto (che puoi scaricare dal sito), una dinamica raccolta di 59 tesi relative al mondo del Social Business. Dinamica perchè meravigliosamente instabile, inconclusa e per sua definizione inconcludibile: gli sviluppi del business, del mondo social, delle tecnologie e del nostro modo di viverle sono in continua evoluzione e richiedono continui aggiustamenti al modello mentale e teorico che ci costruiamo.

Consapevole della fatica che tutti i consulenti di comunicazione online compiono quotidianamente per fare capire alle altre persone che lavoro fanno, mi sono chiesto “Come spiegheresti a tua nonna il Social Business Manifesto?”.

Ci provo, immaginandomi davanti ad una fetta di torta di mele e un bicchiere di the freddo!

Immagina Gualtiero, il salumiere storico del nostro quartiere. Immagina suo figlio Alessandro, che passa tutto il giorno davanti al pc, quando il padre non lo manda a fare qualche consegna a domicilio.

Immagina un giorno in cui ha troppe consegne, non sa da quale partire, e nel caos frenetico prima delle feste deve disegnarsi una mappa di tutte le consegne che deve fare. Ecco, in quel momento potrebbe pensare che è un vero casino, un caos che potrebbe sembrare semplice per alcuni, ma che per lui è davvero troppo difficile da comprendere.

Il nostro Alessandro sopravvive alle feste, però non ne vuole più sapere dei discorsi di suo padre Gualtiero che ogni giorno si lamenta di perdere qualche cliente, di non avere più il giro di qualche tempo fa.

E Gualtiero, lo sai, non è solo un salumiere, è un gastronomo che ha vinto un sacco di premi, un raffinato cultore dell’arte di combinare ingredienti semplici per piatti indimenticabili. Alessandro è stufo di queste lamentele e per scherzo apre una pagina in internet, un piccolo sito in cui mette le foto che ruba ogni giorno al bancone della gastronomia. Invita un po’ di amici che, a loro volta, invitano i propri genitori.

Sai che non tutti i compagni di classe di Alessandro vengono dalla zona e molti di loro vengono da altre città. I loro genitori incuriositi dalle foto del sito di Alessandro iniziano a frequentare il negozio e ad assaggiare quei piatti così invitanti. Un giorno Alessandro accompagna una foto con un commento: “cosa ve ne pare? l’avete assaggiato?”. Alcuni fan di quella pagina iniziano a commentare la bontà di quel piatto, altri lo associano ad un’invenzione di Gualtiero di qualche anno fa, altri ancora rivendicano la ricetta originale. Iniziano a conversare e, con loro, iniziano a partecipare anche i dipendenti di Gualtiero che, ormai, lavorano quasi il doppio di prima!!! E anche tra di loro inizia una piccola competizione a chi fornisce per primo le anteprime di qualche nuova sfiziosa invenzione di Gualtiero, direttamente dalle cucine segrete dietro al negozio, dove iniziano ad avvicinarsi i primi curiosi.

I commenti sul sito di Alessandro sono centinaia e centinaia sono le persone che visitano il negozio del padre. Un vero caos! Alessandro passa interi pomeriggi a cercare di rispondere a tutti, anche a coloro che lamentano che la coda per l’attesa è troppo lunga, che vorrebbero prenotare con anticipo e poi ritirare in fretta, che ci vorrebbe in sistema automatico per prenotare… insomma il sito è diventato un vero e proprio lavoro! Tanto che chiede una mano a sua cugina Valentina, al suo compagno di banco Marco, e insieme lavorano a quel sito e a quel progetto che cresce.

Un giorno chiedono ad un amico di Gualtiero, un esperto di Internet come possono organizzare meglio il sito, come possono fare meno fatica con quelle commesse e con quelle richieste. L’amico di Gualtiero gli spiega che il loro è diventato un vero e proprio Business, qualcosa di parallelo al negozio del padre, e che sta diventando una sorta di piccolo network sociale, uno spazio di incontro tra tutti coloro che si sono appassionati alla nobile arte di Gualtiero.

Spiega loro che devono organizzarsi, dividersi i compiti, raccontare bene la storia di Gualtiero, raccogliere idee e suggerimenti dai loro clienti, capire cosa amano di più e cosa invece vorrebbero cambiare, discutere con Gualtiero di come trasformare il negozio e di come produrre diversamente alcune cose che i clienti vorrebbero un po’ diverse. E poi devono coltivare la loro immagine e quella del negozio, devono parlarne in giro, devono coltivare la reputazione dei magici piatti di Gualtiero.

Alessandro  e gli altri si guardano in faccia, capiscono alcune cose, altre un po’ meno. E l’amico di Gualtiero gli mostra un fascicoletto marrone, il Social Business Manifesto, con un paio di pagine che elencano cosa devono fare o, almeno, la descrizione di ciò che gli sta accadendo.

Iniziano a leggerlo. E qui inizia davvero un’altra storia!

2 Commenti

  1. divertete ed efficace

  2. Grazie! Felice ti sia piaciuto!
    Eri anche tu al SBF?